“Segreto di madre. Parole nascoste di un amore infinito” di Stefano Antonini è un’emozionante opera che nasce da una fitta corrispondenza epistolare tra la madre dell’autore, Narside, all’epoca ventenne, e quello che è stato il suo primo, grande amore, Aliseo. Sono ben centoventiquattro le lettere ritrovate in una scatola di latta da Stefano Antonini - spedite da Aliseo da aprile 1951 a luglio 1952 - che gli hanno fatto scoprire una parentesi sconosciuta nell’esistenza di sua madre.
L’autore si occupa di percorsi di psico-didattica teatrale nelle scuole, in cui porta i ragazzi a riflettere sulle relazioni, sui conflitti e sul valore che possono mettere in campo nell’affrontare la propria vita; ha quindi deciso di condividere con i suoi alunni il segreto di sua madre, rimasto tale fino alla sua morte, quando Stefano ha trovato le lettere d’amore. In seguito ha poi capito di voler seminare questo materiale prezioso in più cuori possibili, pubblicando un testo in cui ha estrapolato alcuni stralci di dialogo con i suoi alunni, biglietti volanti e osservazioni poetiche emerse nelle ore in cui ha narrato in classe la storia d’Amore (con la “a” maiuscola) tra la dolce Narside e il vulcanico Aliseo. In chiusura dell’opera ha anche deciso di riportare integralmente le centoventiquattro lettere, per permettere ai lettori di vivere a fondo l’appassionata e sofferta vicenda dei due innamorati.
Nella parte iniziale del testo l’autore racconta le esistenze di Narside e Aliseo prima del loro incontro: entrambi provengono da famiglie umili e hanno dovuto patire la tragedia della Seconda guerra mondiale; egli cerca di far mettere i suoi alunni nei panni di questi due giovani che a conflitto terminato vogliono riprendere in mano la loro vita, e che sono pronti a ogni sacrificio per realizzare i propri sogni, e per recuperare il tempo che hanno perso.
Nel corso della narrazione egli stimola i ragazzi al pensiero critico, a mettersi in gioco e a riflettere sulle scelte che si fanno nella vita, che spesso si pagano a caro prezzo. Nel continuo e costruttivo scambio tra insegnante e alunni si delinea una vicenda di esistenze comuni che diventano straordinarie, e che ci racconta di un “per sempre Amore” a dispetto di tutto, anche della morte - «In questa storia non c’è mai stato un addio, ecco perché, se vi state chiedendo se sto per raccontarvi una storia d’amore, la domanda è giusta. È la risposta che è difficile. Non si tratta di amore, bensì di Amore».
SINOSSI DELL’OPERA
Un romanzo epistolare tratto da una storia vera, oggetto di laboratori nelle scuole di Bologna e dintorni, per educare all'affettività. Dopo aver perso la madre, un giovane docente di una scuola secondaria di Bologna decide di raccontare ai suoi studenti il segreto che la donna aveva conservato per anni: il suo primo, grande amore. Nell'appoggiare sulla cattedra la scatola contenente 124 lettere, scritte tra il 1951 e il 1952 dall'allora fidanzato della donna, il professore getta le basi per una discussione con i suoi studenti, che si ritrovano a confrontarsi su cosa loro avrebbero fatto in quella situazione e su quali condizioni si potesse generare un "per sempre Amore".
Stefano Antonini è direttore artistico del Teatro comunale di Castello D’Argile, per il settore Teatro ragazzi. Educatore, si occupa di ascolto ed educazione affettiva e realizza progetti per gli uffici Scuola e Cultura. È direttore artistico dell’associazione culturale Burattingegno Teatro, dove si occupa di psico-didattica teatrale. È anche narratore per le biblioteche dell’Emilia Romagna e docente di Drammaturgia del movimento presso l’Accademia d’arte drammatica.