Se fino a qualche tempo fa poteva essere automatico l’accostamento fra gioco d’azzardo e pubblico maschile, oggi la situazione non è più questa. In Italia, così come registrato anche in tutta Europa e negli Stati Uniti, il gioco non è più appannaggio esclusivo del “sesso forte”.
Secondo studi recenti, la percentuale di giocatrici attive in Italia è di poco inferiore al 50%: le donne che si lasciano tentare dalla fortuna sono oggi tante quanto gli uomini. Diverso invece il dato sul gioco patologico: dei circa 1,2 milioni di giocatori che hanno sviluppato una dipendenza solo 400mila, circa un terzo del totale, sarebbero di sesso femminile.
Questo dato parrebbe confermare quanto ipotizzato da alcuni esperti del settore del gambling secondo i quali le donne avrebbero un approccio totalmente differente verso il gioco rispetto agli uomini. Se gli uomini sono più interessati alla ricerca accanita della vincita, le donne tendono a prediligere il gioco come passatempo e divertimento. E poi, aspetto non indifferente, le donne sembrano essere più attente ed oculate nella gestione del budget disponibile e sono maggiormente capaci di mettere a frutto le cifre giocate.
L’età media delle giocatrici è compresa fra i 48 e i 55 anni. Non sono solo casalinghe o pensionate ma anche donne in carriera che spesso giocano per distrarsi dagli impegni quotidiani. Una buona percentuale e poi costituita anche da donne provenienti dai paesi dell’est (Russi e Ucraina principalmente) che lavorano in Italia come badanti o impegnate in lavori domestici. Slot machine, bingo, gratta e vinci, ma anche blackjack, poker e roulette, sono i giochi che prediligono.
Anche il settore del gioco online vede ormai le donne sempre più protagoniste. Anzi, la facilità e l’immediatezza del gioco virtuale, così come la possibilità di usufruire dei giochi anche in brevi sessioni di pochi minuti, lo rendono particolarmente gradito alle donne, soprattutto se impegnate e con poco tempo a disposizione. Così come le numerose proposte di accesso facilitato al gioco online, presenti ormai nella quasi totalità delle piattaforme - clicca qui per scoprire tutti i bonus senza deposito – hanno reso meno complicata la partecipazione al gioco virtuale di un pubblico femminile. La conferma arriva da uno studio recente condotto dall’Osservatorio dei giochi secondo il quale le donne che hanno aperto e mantenuto attivo un conto di gioco online nell’ultimo anno in Italia sono circa il 50% del totale.
Elemento da non sottovalutare, ma anzi da tenere sempre sotto controllo, è il rischio dello sviluppo di comportamenti patologici rispetto al gioco. Diversi possono essere i motivi che spingono alla dipendenza: “In primo luogo la soglia bassissima di accesso a livello economico” – sostiene Fulvia Prever, psicologa, psicoterapeuta e segretaria Alea (Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio). “E poi il fatto che il bingo, le slot machine e i gratta e vinci, che rientrano tra i giochi più diffusi, hanno una caratteristica comune: la rapidità di giocata che crea dipendenza come nelle droghe. È la velocità di stimolo-risposta che crea la dipendenza”. Ma, con ogni evidenza, quella della dipenda patologica verso il gioco è una questione che prescinde dal sesso dei giocatori.
Secondo studi recenti, la percentuale di giocatrici attive in Italia è di poco inferiore al 50%: le donne che si lasciano tentare dalla fortuna sono oggi tante quanto gli uomini. Diverso invece il dato sul gioco patologico: dei circa 1,2 milioni di giocatori che hanno sviluppato una dipendenza solo 400mila, circa un terzo del totale, sarebbero di sesso femminile.
Questo dato parrebbe confermare quanto ipotizzato da alcuni esperti del settore del gambling secondo i quali le donne avrebbero un approccio totalmente differente verso il gioco rispetto agli uomini. Se gli uomini sono più interessati alla ricerca accanita della vincita, le donne tendono a prediligere il gioco come passatempo e divertimento. E poi, aspetto non indifferente, le donne sembrano essere più attente ed oculate nella gestione del budget disponibile e sono maggiormente capaci di mettere a frutto le cifre giocate.
L’età media delle giocatrici è compresa fra i 48 e i 55 anni. Non sono solo casalinghe o pensionate ma anche donne in carriera che spesso giocano per distrarsi dagli impegni quotidiani. Una buona percentuale e poi costituita anche da donne provenienti dai paesi dell’est (Russi e Ucraina principalmente) che lavorano in Italia come badanti o impegnate in lavori domestici. Slot machine, bingo, gratta e vinci, ma anche blackjack, poker e roulette, sono i giochi che prediligono.
Anche il settore del gioco online vede ormai le donne sempre più protagoniste. Anzi, la facilità e l’immediatezza del gioco virtuale, così come la possibilità di usufruire dei giochi anche in brevi sessioni di pochi minuti, lo rendono particolarmente gradito alle donne, soprattutto se impegnate e con poco tempo a disposizione. Così come le numerose proposte di accesso facilitato al gioco online, presenti ormai nella quasi totalità delle piattaforme - clicca qui per scoprire tutti i bonus senza deposito – hanno reso meno complicata la partecipazione al gioco virtuale di un pubblico femminile. La conferma arriva da uno studio recente condotto dall’Osservatorio dei giochi secondo il quale le donne che hanno aperto e mantenuto attivo un conto di gioco online nell’ultimo anno in Italia sono circa il 50% del totale.
Elemento da non sottovalutare, ma anzi da tenere sempre sotto controllo, è il rischio dello sviluppo di comportamenti patologici rispetto al gioco. Diversi possono essere i motivi che spingono alla dipendenza: “In primo luogo la soglia bassissima di accesso a livello economico” – sostiene Fulvia Prever, psicologa, psicoterapeuta e segretaria Alea (Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio). “E poi il fatto che il bingo, le slot machine e i gratta e vinci, che rientrano tra i giochi più diffusi, hanno una caratteristica comune: la rapidità di giocata che crea dipendenza come nelle droghe. È la velocità di stimolo-risposta che crea la dipendenza”. Ma, con ogni evidenza, quella della dipenda patologica verso il gioco è una questione che prescinde dal sesso dei giocatori.