Lo scrittore romano Fausto Rampazzo presenta “La coreografia del dubbio”, un noir psicologico in cui si intrecciano le storie di quattro personaggi smarriti; alcuni sono destabilizzati da realtà che li opprimono, altri da situazioni molto più grandi di loro. In un’interessante mescolanza di fiction e di fatti realmente accaduti, l’autore ci porta in un’avventura che è prima di tutto un viaggio nell’interiorità dell’essere umano: nelle sue paure, nei suoi dubbi e nelle sue fragilità. E nel mentre racconta di una guerra dimenticata, quella in Cecenia, e di un grande giornalista italiano che si è sacrificato per il rispetto della verità e della dignità umana.
La coreografia del dubbio di Fausto Rampazzo è un intenso romanzo ambientato alla fine del secolo scorso, all’alba di quegli anni duemila attesi con ansia, con speranza. Attraverso un sapiente intreccio di storie collegate tra loro, l’autore racconta una vicenda che appartiene alla fiction ma che esplora anche la realtà di quegli anni, dalla cultura pop alla politica internazionale. E in particolare delinea la straordinaria figura del reporter free lance Antonio Russo, raccontandone gli ultimi, drammatici giorni di vita e riportando fedelmente alcune delle trascrizioni dei suoi reportage. Un giornalista senza paura, scomodo e testardo, che ha fatto dell’integrità professionale la sua bandiera e del mondo, soprattutto quello martoriato dalle guerre, la sua casa. Un uomo libero, un professionista dedito anima e corpo al suo lavoro. Il protagonista del romanzo, Michele Rizzo, è invece un uomo profondamente diverso dal reporter italiano: economista ambizioso e scaltro, è dipinto nella sua disperata scalata ai vertici della grande società multinazionale per cui lavora; la sua vita si intreccia con quella di Russo perché è incaricato dall’intelligence di riportare alla ragione il giornalista, impegnato in reportage scomodi per conto di Radio Radicale. Affari internazionali si mescolano quindi alla vita privata di uomini diametralmente opposti, eppure colti nello stesso momento di smarrimento e di evoluzione (o involuzione).
Michele è concentrato su sé stesso, o al massimo sulle problematiche della figlia adolescente Nicole; sa di essere a un passo dalla realizzazione dei suoi desideri ma sente nel profondo di non essere all’altezza della situazione. Antonio è invece un uomo che “sta facendo amicizia con la solitudine” e che ha dimenticato sé stesso; immerso nel conflitto in Cecenia, una terra stuprata, decide di non tacere di fronte agli orrori della guerra, e di combattere in prima linea con i suoi reportage per riportare a galla delle verità che in molti tentano di seppellire. Michele rivede in Antonio il carattere di sua figlia, e per questo il rapporto col giornalista si fa teso e fonte di insicurezze: entrambi sono ribelli e indomiti ma anche sensibili, con lo stesso sguardo sofferente e rabbioso, entrambi sono a un passo dall’autodistruzione. La coreografia del dubbio è un romanzo che parla di due generazioni in crisi alternando i punti di vista di personaggi giunti a un bivio della loro esistenza; a quasi vent’anni dalla morte del giornalista Antonio Russo al confine tra Cecenia e Georgia, l’autore presenta una storia che parla della fragilità umana, e del tarlo del dubbio che può sgretolare anche il cuore più impavido.
TRAMA. Un uomo ambizioso in cerca di riscatto sociale, una figlia adolescente pronta a cacciarsi nei guai per sfuggire alla noia, un giornalista idealista e testardo che non vuole tacere di fronte agli orrori della guerra. Una storia di fiction tra Roma, Londra e la Cecenia di fine Novecento, alveare di tensioni e zona di guerriglia insondabile e indecifrabile, che si innesta nella tragica fase finale della vita di Antonio Russo, coraggioso free-lance che con i suoi reportage per conto di Radio Radicale stava creando imbarazzo in ambito internazionale. Un romanzo a più piani che intreccia la grande storia con le vicende personali di due generazioni tormentate, alla perenne ricerca di sé, in balia di quello smarrimento delle certezze non ancora assunto a fatto conclamato e, in qualche modo, metabolizzato.
Fausto Rampazzo vive a Roma. Ha pubblicato “Don Giovanni Light” (Bompiani, 2009), i racconti in ebook “Brindisi al fiume Kura” (Atlantis – Lite Editions, 2012), “Solo peccati veniali” (Atlantis – Lite Editions, 2013) e “Monotonia” (Lite Editions, 2013), la raccolta “Inclinazione all’indecenza” (Bre Edizioni, 2012) e il romanzo “La coreografia del dubbio” (L’Infernale Edizioni, 2019). È inoltre appassionato di pittura e ha esposto le proprie opere in alcuni locali romani e alla Numen Gallery di Roma per il Numen Art Prize del 2019.
TRAMA. Un uomo ambizioso in cerca di riscatto sociale, una figlia adolescente pronta a cacciarsi nei guai per sfuggire alla noia, un giornalista idealista e testardo che non vuole tacere di fronte agli orrori della guerra. Una storia di fiction tra Roma, Londra e la Cecenia di fine Novecento, alveare di tensioni e zona di guerriglia insondabile e indecifrabile, che si innesta nella tragica fase finale della vita di Antonio Russo, coraggioso free-lance che con i suoi reportage per conto di Radio Radicale stava creando imbarazzo in ambito internazionale. Un romanzo a più piani che intreccia la grande storia con le vicende personali di due generazioni tormentate, alla perenne ricerca di sé, in balia di quello smarrimento delle certezze non ancora assunto a fatto conclamato e, in qualche modo, metabolizzato.
Fausto Rampazzo vive a Roma. Ha pubblicato “Don Giovanni Light” (Bompiani, 2009), i racconti in ebook “Brindisi al fiume Kura” (Atlantis – Lite Editions, 2012), “Solo peccati veniali” (Atlantis – Lite Editions, 2013) e “Monotonia” (Lite Editions, 2013), la raccolta “Inclinazione all’indecenza” (Bre Edizioni, 2012) e il romanzo “La coreografia del dubbio” (L’Infernale Edizioni, 2019). È inoltre appassionato di pittura e ha esposto le proprie opere in alcuni locali romani e alla Numen Gallery di Roma per il Numen Art Prize del 2019.