lunedì 21 marzo 2022

Claudia Rizzo, esce il video di Lu megghiu jocu: conosciamo il talento della cantautrice siciliana


I ritmi vorticosi della tarantella per un brano travolgente e scacciapensieri. Dopo il successo del singolo Eclissi, la musicista siciliana Claudia Rizzo pesca una nuova hit dal fortunato album Radici in un mare aperto, progetto composto da brani inediti in siciliano e italiano che traggono ispirazione dalla musica folk e popolare, dal jazz e dalla musica balcanica.

Il nuovo estratto Lu megghiu jocu richiama nel titolo il legame con la propria terra – è ispirato a un proverbio siciliano - e la capacità di esorcizzare il quotidiano attraverso le note: “Questo brano – spiega l’artista - rappresenta per me il gioco, l’irriverenza e la vera essenza del carattere di un vero artista: la capacità di trasformare la soluzione in un enigma”.

Un inno al non lasciarsi travolgere dagli eventi e vivere con semplicità, con musica e ritmo che travolgono l’ascoltatore, lasciando scorrere via persino la soluzione dell’enigma che gli viene presentato. Un mantra che permea per tutto il tempo: Non porti troppe domande. Vivi, Vivi e basta! Fidandoti delle tue intuizioni, del tuo cuore e del tuo istinto: il tuo daimon o genio ti guiderà verso la tua sorte che sarà solo tua.

Claudia Rizzo ci trasporta nel suo magico mondo e ci fa vivere delle emozioni forti e intense. Abbiamo avuto il piacere di conoscerla e di farci raccontare tutto sul suo nuovo progetto. 

“U megliu jocu è difficile da tradurre, letteralmente sarebbe ''vuoi sapere qual’e’ Il miglior gioco? Fai bene e parla poco. Ma in realtà vuole alludere ai continui giochi o gioghi che la società ci impone: ai ruoli che dobbiamo interpretare per essere accettati o avere successo nei vari contesti. Noi donne in particolar modo lottiamo ogni giorno sia per difendere la nostra autonomia e individualità che per preservare la nostra “grazia” e femminilità. 

Come nasce l'idea del videoclip? 
Nel videoclip dell’omonimo singolo una donna, con il coraggio di un uomo, si trova su una barca sospesa come in un quadro onírico-decadente: (una luna di stoffa la guida) ed é come se viaggiasse su un mare immaginario. Poi interagisce con dei Pupi Siciliani che sono ora specchio dei suoi desideri, ora nemici da combattere. Interpretiamo spesso mal volentieri i ruoli che la società ci impone.  L’umorismo, come insegna il grande drammaturgo Luigi Pirandello , forse è l’unica arma che può aiutarci a vivere meglio. In questo brano, che prende vita dai proverbi siciliani, Il ritmo e la musica ci guidano e scacciano i pensieri; non fai in tempo ad avere la soluzione dell’enigma che la musica e il suo ritmo ti travolgono e ti fanno  dimenticare se c’è un’obiettivo o una fine. È la tarantella che guida l’intero brano, con dei cambi repentini in cui l’italiano irrompe spezzando in qualche modo il ritmo serrato. 

Ogni tanto il turbinio della vita si interrompe e ci fermiamo  a riflettere. La sorte, l’amore, i lavoratori e le loro difficoltà, l’esser pupi o carnefici, sono parte della storia, di Sicilia e dell’umanità, e i proverbi rievocano questi temi in maniera giocosa e un po’ irriverente. Il “siciliano” non rappresenta un “dialetto” ma il ritorno ad un’antico idioma da ritrovare; la ricerca della nostra parte più profonda. E poi c’è il teatro dei pupi che prende vita; basta la magia gioiosa della musica per animare tutto. 

Cosa hai portato con te in questo nuovo viaggio artistico? 
In questo viaggio artistico porto il coraggio di sperimentare e vedere nuove cose, l’ebbrezza e il cuore impavido di un avventuriero che vuole conoscere nuovi mondi. Ho portato con me la musica, il canto e le storie, quelle che vorrei raccontare e condividere, storie semplici che parlano di un mondo antico. Per poter scoprire il sogno e al tempo stesso la verità, la chiave che la musica suggerisce, è la leggerezza e l’accettazione del diverso e dell’altro. Grazie all’immaginazione e alla musica  ci troviamo fuori dai limiti temporali o sociali e ci liberiamo da ogni cliché. La tarantella stravolge ogni regola e ogni tabù per dialogare con la parte più dionisiaca e ancestrale di noi.. qualcosa che ha a che fare con l’eterno femminino e la creatività: forza vitale che ci guida e sorregge. Sono la terra, la natura e le origini la nostra essenza: le nostre radici profonde. 

Qual è il messaggio che vuoi mandare con la tua musica? 
La crisi che attualmente viviamo, tra guerre e pandemie non é soltanto in termini di distruzione materiale, ma é anche un’involuzione umana e culturale, nel deteriorarsi della fiducia nel futuro e delle relazioni umane. La perdita della capacità di immaginazione, affabulazione, e rappresentazione fa parte di questa crisi. L’utopia dell’arte e della musica, come quella della pace che tutti aneliamo, sono le uniche armi che possano generare un cambiamento dal di dentro. É un messaggio che accomuna tutti gli artisti che amano la musica e l’arte:  la cultura e l’arte sono in grado di cambiare se non la realtà, almeno le coscienze.

Videoclip 'Lu megghiu jocu'.
Regia, scenografia e direzione della fotografia Andrea Tedesco.